Leon Battista Alberti
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« Solo è sanza virtù chi nolla vuole. » | « Solo è sanza virtù chi nolla vuole. » | ||
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Per Alberti lo studio del mondo antico fu, come per tutti i maggiori umanisti, attività competitiva attraverso cui l'età moderna apprende i mezzi con cui spiegare le sue possibilità, in un' ottica ottimistica e fiduciosa delle forze dell'uomo - di quell'uomo che l'umanesimo poneva al centro dell'universo ([[Antropocentrismo]]) - fu al cuore di tutta la sua opera.</div> | Per Alberti lo studio del mondo antico fu, come per tutti i maggiori umanisti, attività competitiva attraverso cui l'età moderna apprende i mezzi con cui spiegare le sue possibilità, in un' ottica ottimistica e fiduciosa delle forze dell'uomo - di quell'uomo che l'umanesimo poneva al centro dell'universo ([[Antropocentrismo]]) - fu al cuore di tutta la sua opera.</div> | ||
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Tema essenziale della prosa di Alberti era il rapporto tra fortuna e virtù, nel quale l’autore, avvertendo la forza della Fortuna, sottolineò ugualmente la possibilità per l’uomo di vincere l’ostilità di quella. Tuttavia asserì che la Fortuna va vinta non tanto con l’impeto giovanile, di cui parlò poi Machiavelli, quanto piuttosto con una saggia virtù che la addolcisca con la pazienza. Alberti prense così come modello la figura del saggio che, pur impegnato in un completo svolgimento delle capacità dell’uomo, e pur aperto a godere di tutti i beni offerti dalla natura e dall’arte, sa raccogliersi in un saggezza pacata.<br /> | Tema essenziale della prosa di Alberti era il rapporto tra fortuna e virtù, nel quale l’autore, avvertendo la forza della Fortuna, sottolineò ugualmente la possibilità per l’uomo di vincere l’ostilità di quella. Tuttavia asserì che la Fortuna va vinta non tanto con l’impeto giovanile, di cui parlò poi Machiavelli, quanto piuttosto con una saggia virtù che la addolcisca con la pazienza. Alberti prense così come modello la figura del saggio che, pur impegnato in un completo svolgimento delle capacità dell’uomo, e pur aperto a godere di tutti i beni offerti dalla natura e dall’arte, sa raccogliersi in un saggezza pacata.<br /> | ||
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I trattati <i>"Della famiglia</i>”, <i>"Della tranquillità dell'animo” </i>e <i>"De iciarchia”, </i> che discorrono rispettivamente dell'educazione dei figli e dell'economia domestica, del modo di far fronte alle pene della vita e del governo della famiglia e dello Stato, sviluppano il tema del sereno equilibrio.<br /> | I trattati <i>"Della famiglia</i>”, <i>"Della tranquillità dell'animo” </i>e <i>"De iciarchia”, </i> che discorrono rispettivamente dell'educazione dei figli e dell'economia domestica, del modo di far fronte alle pene della vita e del governo della famiglia e dello Stato, sviluppano il tema del sereno equilibrio.<br /> | ||
La ricerca dell'equilibrio e della misura si concludeva così positivamente, incentrata nell'esaltazione del vincolo familiare e nella proposta della cultura non più come rifugio e separata salvezza, ma come libera e creatrice indagine e, insieme, strumento di socialità. Intorno a questo tema Alberti sviluppò le sue concezioni pedagogiche. Con lui il pensiero educativo si liberò definitivamente di ogni residuo medievale e, accanto agli studi, l'autore esaltò un'educazione virile in cui l'attività e l'esercizio fisico abbiano gran peso. In accordo con la concezione rinascimentale, Alberti sostenne che l'uomo è responsabile del suo destino. Alla luce di altri testi tecnici e teorici, è possibile allora cogliere una perfetta saldatura tra l'ordine morale e quello ricercato, mediante le matematiche, nell'opera dell'architetto: essi non sono altro che l'analogo della stessa armonia naturale che l'arte deve imitare e l'uomo realizzare attraverso la misura della sua azione.</p> | La ricerca dell'equilibrio e della misura si concludeva così positivamente, incentrata nell'esaltazione del vincolo familiare e nella proposta della cultura non più come rifugio e separata salvezza, ma come libera e creatrice indagine e, insieme, strumento di socialità. Intorno a questo tema Alberti sviluppò le sue concezioni pedagogiche. Con lui il pensiero educativo si liberò definitivamente di ogni residuo medievale e, accanto agli studi, l'autore esaltò un'educazione virile in cui l'attività e l'esercizio fisico abbiano gran peso. In accordo con la concezione rinascimentale, Alberti sostenne che l'uomo è responsabile del suo destino. Alla luce di altri testi tecnici e teorici, è possibile allora cogliere una perfetta saldatura tra l'ordine morale e quello ricercato, mediante le matematiche, nell'opera dell'architetto: essi non sono altro che l'analogo della stessa armonia naturale che l'arte deve imitare e l'uomo realizzare attraverso la misura della sua azione.</p> | ||
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==Elementi di laicità== | ==Elementi di laicità== | ||
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+ | <p class="Standard" style="text-align: justify;"> | ||
+ | <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Leon Battista Alberti si presenta come il tipico uomo dell'Umanesimo. La sua poliedricità si estendeva a tutti gli ambiti della cultura, dalla musica all'architettura, passando per la matematica e l'archeologia, addentrandosi così in campi di studio ormai slegati dall'influenza della Chiesa.<br /> | ||
+ | Egli abbandonò le disquisizioni teologiche, concentrandosi maggiormente sulla fisica e la morale con tutte le sue attinenze, cioè l'uomo e la natura, che costituivano i nuovi oggetti della scienza. Infatti conformemente al pensiero umanista, Alberti pose l'uomo al centro del mondo, affermando che l'uomo è la creatura privilegiata di Dio, il quale gli ha donato virtù e capacità in modo che possa attuare il suo regno in Terra.<br /> | ||
+ | Un altro aspetto che si evince dalle sue produzioni letterarie è il problema del rapporto tra fortuna e virtù, largamente dibattuto durante l'Umanesimo e il Rinascimento. Mentre nella concezione religiosa medievale era la Fortuna, intelligenza celeste, ad operare sul destino dell'uomo attuando la volontà provvidenziale di Dio, ora questo ruolo è ricoperto dalla Virtù, in armonia con le forze dell'uomo.<br /> | ||
+ | Elementi di novità legati alla visione umanistica messi in luce nelle sue opere riguardano la bellezza, vista come l'integrazione razionale delle proporzioni tra le parti , e l'uso della prospettiva, che scardinò le gerarchie devozionali dell'iconografia medievale.<br /> | ||
+ | Come Aberti esaltava l'armonia nell'arte, allo stesso modo si adopera per armonizzare la sua prosa facendo uso del volgare, irrobustito e nobilitato sull'esempio delle regole e delle strutture proprie del latino.</span></p> | ||