Leonardo da Vinci
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- | + | Leonardo è rivolto verso il pensiero matematico o meglio a interpretare l’ordine meccanico e necessario di tutta la natura. Egli elimina dai fenomeni naturali, meccanici e materiali l’intervento di forze e di potenze animistiche, mistiche e spirituali. La sua indagine sempre oscillante fra l’esperimento e l’annotazione appare frantumata in una serie di osservazioni sparse, di appunti scritti per sé medesimo. Quindi Leonardo non dava sistematicità alle sue scoperte. Leonardo non arriva a formulare delle leggi (valori universali) perché egli si basava sull’esperienza, sull’osservazione e sul calcolo ma per la formulazione della legge gli mancavano la verifica e la formulazione dei principi della legge (legge: sintesi matematica-esperienza). Egli respinge ogni metodo che blocchi la conoscenza, riducendo la realtà fisica e naturale a realtà metafisica e teologica. Per Leonardo l'uomo è innanzitutto un essere che sente e che si muove così come la natura è un insieme di fenomeni sensibili la cui conoscenza non può prescindere dall'osservazione diretta e dalla verifica sperimentale. Leonardo non cade tuttavia nell'empirismo, ma dà grande importanza alle "matematiche dimostrazione", convinto com'è che la natura sia retta da una regola, da un'anima razionale e che questa si esprima matematicamente. | |
- | + | Per Leonardo tutto è immanenza e qualsiasi realtà deve essere sperimentata direttamente senza certezze a priori. | |
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